Il deputato 5 Stelle ha partecipato all’incontro organizzato da UPG all’Ippodromo di Chilivani, dove hanno partecipato i rappresentanti dei 3 ippodromi sardi, le istituzioni comunali e le associazioni di categoria.
Nella mattinata di Lunedì 02 Maggio, si è svolto all’Ippodromo di Chilivani l’incontro organizzato dall’associazione Unione Proprietari Galoppo, rappresenta in Sardegna da Marco Lasia, delegato dal presidente nazionale Antonio Viani e dal vicepresidente Francesco Forma. Presenti tutti i rappresentanti dei 3 ippodromi sardi, i sindaci di Ozieri e Villacidro, Agris e le varie associazioni di categoria, a confronto diretto con l’onorevole Alberto Manca, deputato per il Movimento 5 Stelle.
Il tema della discussione è stato il solito, ovvero i tanti problemi irrisolti dell’ippica sarda, oggi fanalino di coda del galoppo italiano perciò che riguarda montepremi e giornate di corse finanziate dal Mipaaf. Una vera beffa, la solita, se si pensa ai 3 ippodromi funzionanti 9 mesi l’anno, il numero di nascite di cavalli da corsa tra i più alto in Italia come regione, una media cavalli partenti per corsa tra le più alte a livello nazionale, oltre ad un cospicuo finanziamento della Regione Sarda a sostegno delle attività ippiche. Tutto questo sembra essere irrilevante agli occhi del Mipaaf, che negli ultimi 15 anni ha solo tagliato montepremi e sovvenzioni, tanto da far risultare estremamente vitale il finanziamento regionale, sul quale oggi è appeso il destino del turf isolano.
C’è da dire che in questi anni bui, l’intera ippica sarda(istituzioni, enti, ippodromi, addetti ai lavori, proprietari e allevatori) è rimasta passiva davanti a questi sfracelli, entrata in azione unita solo nella primavera del 2018, quando il rischio chiusura ippodromi aveva movimentato e forse unito per la prima volta tutti quanti, alla volta di Roma, per rivendicare il diritto di correre. Da allora sono trascorsi 4 anni, le corse bene o male si sono sempre disputate anche durante la pandemia, ma quella tanto invocata unione è andata a scemare, perché ognuno è andato per proprio conto, senza mai più unirsi.
Un dato sconcertante, che può rendere meglio l’idea di quanto il montepremi destinato al galoppo sardo sia a dir poco irrisorio, sono i circa 700 mila euro destinati a tutti e 3 gli ippodromi, quando invece nei primi anni 2000 il montepremi delle riunioni di corse di Chilivani e Sassari(Villacidro non esisteva) si aggirava intorno ai 2 milioni di euro. È impari anche il confronto tra i montepremi dei 16 gran premi “continentali” riservati agli anglo arabo pari a circa 311.000 euro(ben vengano per ciò che riguarda la filiera produttiva dell’anglo arabo sardo), contro gli 8 che si disputano in Sardegna con un montepremi di 113 mila euro. Impietoso il confronto tra le 24 giornate ministeriali destinate al galoppo sardo: Chilivani 11, Sassari 7 e Villacidro 6, con quelle del resto della penisola. Qualche esempio: Livorno 19 giornate, Follonica 17, Tagliacozzo 14, Corridonia 12, mentre Siracusa 37.
Filiera agricola, disciplina sportiva o spettacolo evento? Si tratta di un settore complesso, che parte dalla terra, dall’allevamento e che ha come naturale approdo il confronto in pista. In Sardegna questo accade da più di un secolo ed ora i professionisti che vi operano chiedono un trattamento equo, che restituirebbe dignità e credibilità ad un mondo oggi sorretto dalla passione smisurata di allevatori e proprietari.
Lo mission della riunione voluta da UPG è proprio quella di unire i 3 ippodromi sardi per combattere tutti quanti assieme per il bene generale dell’Ippica Sarda. Svicolandosi dalla stessa poltica, ma allo stesso tempo appoggiarsi a chi in quel momento riveste una determinata carica politica e che può veramente dare una mano ad un settore da anni in difficoltà e in aperta crisi, in eterna attesa di quel piano di rilancio tanto promesso e in realtà mai realizzato. Un comparto al collasso per via dei continui tagli al montepremi e delle giornate, i ritardi dei pagamenti dei premi al traguardo e delle sovvenzioni agli ippodromi. Tra l’altro i costi di gestione di un cavallo da corsa stanno diventando insostenibili, il caro trasporti, carburanti, mangimi e beni di prima necessità che comprendono l’attività di atleta di un cavallo, stanno incidendo pesantemente sulle tasche dei proprietari e degli allevatori.
Tutto questo e tanto altro ancora, è stato fatto presente all’onorevole Manca, il quale si è mostrato coinvolto e determinato a portare a Roma le istanze dell’ippica sarda affinché si possa da subito dare ossigeno alla filiera del cavallo da corsa, che spesso per la Sardegna è stata motivo di prestigio e orgoglio.